Dopo le scuole primarie frequentò a San Gallo il rinomato istituto internazionale Schmidt, indi si trasferì a Losanna dove imparò perfettamente la lingua francese. A San Gallo ebbe un negozio di moda per uomini, il “Kamelhof”, alla Multergasse dove vendeva articoli di sartoria, uniformi per ufficiali, abiti da cavallerizzo e sportivi, stoffe. Ad Aachen frequentò la scuola di tessitura e imparò a conoscere a fondo il vasto campo dei tessili; studiò l’italiano a Siena, nel Nordamerica si perfezionò oltrechè nel ramo industriale, nell’inglese. Nel 1907 si trasferì a Monaco di Baviera dove assunse il negozio del padre trasformandolo in uno dei più eleganti e specializzati nella moda di stile inglese della città.
Arthur Scherrer morì nel 1956. La moglie Amalia lasciò nel 1965 tutta la struttura, dietro compenso, al Comune di Morcote con l’esplicito desiderio di aprire al pubblico il parco: progetto che il Comune realizzò, preoccupandosi di adeguarlo alle esigenze del vasto pubblico straniero e indigeno.
Attraversando il parco
All’entrata, a salutare l’ospite, una fontana ornamentale veneziana accompagnata da un leone bizantino posato su una colonna rinascimentale. Ai lati della scalinata che sale nel parco due leoni barocchi di marmo bianco di Carrara fiancheggiati da piantagioni di azalee, indicano il percorso da seguire. Tra leoni, ninfe e fauni si arriva ad un viale dove si possono ammirare le statue che rappresentano le quattro stagioni in una cornice di azalee e camelie; nelle vicinanze, un grosso cedro del Libano completa il magnifico quadro.
In fondo al viale ecco apparire un’anfora del 1200 usata a suo tempo quale contenitore per l’olio.
Si giunge quindi alla grandiosa fontana rinascimentale di marmo in Carrara vicina alle colonne di un belvedere. Successivamente troviamo il terrazzo panoramico dove due sfingi troneggiano sulle colonne d’entrata. Da questo livello si gode un superbo, quasi leonardesco panorama sul lago, su Porto Ceresio e sulle colline del Varesotto. Le statue di Venere, Giunone e Giove vigilano fra cespugli di azalee.
Volgendo lo sguardo a monte, si scorge l’Eretteo, il secondo tempio dell’Acropoli di Atene, riportato in scala 1:4 in pietra di Vicenza e sorretto da magnifiche cariatidi.
Al di sopra appare il Tempio del Sole, struttura di matrice spagnola, naturalmente miniaturizzato.
Il giardino che lo ospita ricorda lo stile dei famosi giardini dell’Alhambra a Granada, ed è abbellito da due fontane in stile barocco in pietra naturale di Verona contornate da basse siepi di bosso.
Due statue dominano il parco dall’alto: una rappresenta Mercurio, dio del commercio, l’altra una filatrice, simboli della professione del signor Scherrer.
Si prosegue verso la casa del tè di stile siamese, che evoca i misteri dell’Oriente.
Attraverso un bosco di bambu si arriva al tempio egiziano di Nefertiti, vegliato da due divinità: la testa di leone di Sekhmet e la testa di falco di Horus, figlio di Osiride. L’interno, con il celebre busto della regina Nefertiti sono copie fedeli degli originali che si trovano a Berlino e risalgono all’era di Amenofi, circa 1375 a.c.. Le pareti sono dipinte in antico stile egiziano. Il tempio accoglie anche le urne cinerarie dei coniugi Scherrer.
Lievemente appartata e perfettamente inserita in una piccola oasi, troviamo la casa araba, l’ultima ricostruzione del signor Scherrer.
Statue di schiavi nubiani immersi in una lussureggiante vegetazione, costeggiano la scala che scende al terrazzo della palazzina indiana, costruita sul modello di Palazzo Salò di Brugine vicino Padova. All’interno, come nei palazzi indiani, le pareti sono dipinte in stile Moghul. Nel giardino gorgoglia una vasca sulla quale si affacciano quattro elefanti con la proboscide alzata, sovrastati da tre cobra pronti ad attaccarli e alla sommità domina la vacca sacra di Mysore.
Sulla sinistra un piccolo stagno nel quale fioriscono ninfee e accanto troneggia una tartaruga cinese, augurio di lunga vita.
All’uscita del parco si può ammirare una tipica casa lombardo-ticinese del 1300, ora adibita a ristorante-grotto, ricostruzione fedele che il signor Scherrer ha voluto inserire nel parco quale testimonianza di affetto al Ticino. Ricostruita nel 1930 con le stesse pietre e materiali provenienti da un’antica abitazione del quartiere di Sassello a Lugano, completamente demolito per far posto agli attuali stabili. I locali d’abitazione, costruiti attorno alla corte con il pozzo per la raccolta dell’acqua piovana, al piano superiore furono abbelliti da un loggiato con arcate.
L’eccezionale cornice botanica di questo “Giardino delle Meraviglie” è caratterizzata da oltre cinquanta varietà di piante, contrassegnate da una targhetta che ne indica il nome scientifico.